Folklore egiziano e la Reda Troupe
- Amira Elena
- 7 mar 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 nov 2020
Mahmoud Reda è il promotore di un nuovo linguaggio artistico, portando le danze folkloristiche egiziane in teatro.

Mahmoud Reda nasce al Cairo nel 1930 in una famiglia medio borghese in cui c’è un grande interesse verso la musica e verso la ginnastica, fattore che incoraggia le sue attitudini e inclinazioni artistiche. In un primo momento, Mahmoud si dedica alla formazione da ginnasta e nel 1952 fa parte della squadra ginnica che rappresenta l’Egitto alle Olimpiadi di Helsinki.
In seguito, inizia a interessarsi alla danza ispirato dal fratello e affascinato dai grandi musical americani con Fred Astaire e Gene Kelly. Successivamente, grazie all’incontro con una compagnia di danza argentina, ha l’opportunità di studiare danza ed esibirsi al Cairo, Parigi, Roma. Proprio durante questi viaggi pensa all’opportunità di portare in scena il folklore egiziano, così come fa la compagnia con il folklore argentino. Perciò lascia la compagnia e ritorna al Cairo nel 1955 per realizzare il suo progetto.
Nel frattempo si sposa con la sorella di Farida Fahmy e quest'ultima diventerà la prima ballerina della sua Troupe. La data ufficiale di inizio di attività della Reda Troupe è il 6 agosto 1959 presso Al Ezbekiyya Teatru. In questa prima fase, per la parte organizzativa, è fondamentale l’aiuto del fratello Alì, all’epoca assistente alla regia di film, che gli fornisce i contatti degli artisti e delle maestranze necessari per la realizzazione di uno spettacolo. Ed è anche sua l’iniziativa di portare le musiche composte da Alì Ismail, che fondono strumenti occidentali a quelli egiziani tradizionali, riproponendo la tradizione con un approccio inedito.
Il primo repertorio artistico della compagnia s’ispira al contesto urbano del Cairo e ai suoi dintorni, fino al grande viaggio che Reda decide di compiere insieme ad alcuni ballerini per fare una ricerca sulle danze folcloristiche egiziane. Il viaggio parte da Aswan fino ad arrivare al Cairo. In ogni città restano tre o quattro giorni dove osservano le danze locali, intervistano le persone e respirano le usanze del posto. Durante la ricerca, Reda si accorge che ci sono degli elementi che artisticamente rappresentano uno svantaggio, come la scarsità di materiale, dovuta alla ripetitività dei passi o degli elementi musicali.

Questo materiale, prezioso non è, quindi, sufficiente per la creazione di coreografie teatrali ed è necessario aggiungere altro senza snaturare la sua essenza originaria. Infatti, nella sua operazione, Reda riesce a compiere questo passo molto importante, mantenere lo spirito di queste danze permettendo alle persone autoctone di potersi riconoscere.
E il risultato a cui approda è la creazione di danze ispirate a quelle locali mostrandone i movimenti e le caratteristiche generali, elevate però a nuovi canoni estetici di teatralizzazione come, ad esempio, nell'hagalla. Portare in teatro queste danze implica un adattamento diverso dal contesto d’origine che deve tenere conto dello spazio scenico e della differente relazione con il pubblico. Di conseguenza, nella compagnia si forma un’estetica che abbraccia tutti gli ambiti dello spettacolo, tra cui l’ideazione di costumi che tuttora sono il punto di riferimento per rappresentare queste danze.
Inoltre, oltre alla messa in scena teatralizzata di danze folcloristiche, la Reda Troupe idea anche nuove danze, come la melaya leff, che prende spunto dalle donne di Alessandria d’Egitto, o il muwashahat, che attinge alla colta tradizione musicale arabo-andalusa. Mahmoud Reda diventa un importante punto di riferimento come maestro per diverse generazioni. Nel suo metodo d’insegnamento, segmenta e codifica ogni passo con tutte le sue variazioni. Le sue lezioni seguono un ordine preciso, dal riscaldamento all’esecuzione di esercizi, e richiedono una disciplina che propone un livello professionale di formazione.
Sitografia:
- faridafahmy.com
- gildedserpent.com
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