La danza ai tempi della pandemia
- Amira Elena
- 25 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 6 nov 2020
È trascorso un mese da quando le scuole di danza hanno chiuso le loro porte. Proprio qui, in Lombardia, l'uragano ha compiuto la sua prima tappa italiana. Dopo due settimane di sgomento e immobilità, ho iniziato a reagire. E l'ho fatto con l'unico modo che conosco, la creatività.
Ho ripreso in mano il mio blog e ho condiviso il frutto dei miei studi sulla danza orientale. Ho ideato il progetto sul mio canale youtube "Dance Connection", per avvicinare la danza in questo momento di distanze. E, nel frattempo, ho aperto nuovi orizzonti con le lezioni online. All'inizio l'intangibilità creata dalla distanza la sentivo, era inevitabile. Perché io ho bisogno di sentire l'energia che si crea in sala, dal vivo. Non posso fare a meno del contatto. Tuttavia, sapete una cosa? Ho scoperto che la lontananza si può accorciare cambiando il nostro modo di percepire. Ho imparato a usare il monitor come un filtro che aiuta i miei occhi a vedere, le mie orecchie ad ascoltare, la mia bocca a raccontare. E ho ripreso a sorridere e a ripetere a me stessa "Finché danzeremo potremo sorridere!".
È straordinario pensare a come la tecnologia abbia assunto un volto umano. I computer, i tablet, i telefoni si sono trasformati nelle nostre braccia che arrivano da chi desideriamo raggiungere. Abbiamo imparato a riempire lo spazio e non dimentichiamoci del tempo, dove brilla una vivace scintilla di libertà, quel bene prezioso che oggi ci sembra negato. Il mio invito è di riempire il tempo con la creatività. Studiamo, leggiamo, pensiamo, costruiamo, progettiamo, sognamo forte. Seminiamo in questo presente i semi del futuro. Adesso per me la Danza è un germoglio da coltivare ogni giorno, un piccolo passo alla volta. Diventerà uno splendido fiore e quando accadrà ad accoglierlo ci sarà una nuova me. Dopo la tempesta non ripartirò da dove mi sono fermata, ma da quello che ho costruito.

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